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Ambiente - Progetto - 21/03/2016

Bicromato di Sodio

Richiesta di autorizzazione all'utilizzo nell'industria tessile presso ECHA - Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche

 

Contesto

Il bicromato di sodio in forma liquida è inserito nell’elenco delle SVHC - Substances of Very High Concern - dal 2011, pertanto il suo utilizzo è soggetto a registrazione e ad autorizzazione in ambito comunitario. La sostanza è attualmente in uso nel settore tessile in qualità di mordente di tintura e risulta difficilmente sostituibile.

 

Obiettivi

Il progetto, avviato nel marzo del 2016, ha mirato ad ottenere l’autorizzazione a utilizzare la sostanza liquida del bicromato di sodio nei processi produttivi tessili post 2016 per un arco di tempo limitato, in modo tale da consentirne la graduale sostituzione in ambito industriale.

È stata pertanto presentata richiesta presso ECHA -Agenzia Europea per le sostanze chimiche- relativa alla registrazione del bicromato di sodio ai sensi del Regolamento REACH e all’autorizzazione al suo utilizzo quale mordente di tintura nell’industria tessile.

 

Attività

Unione Industriale Biellese ha fornito assistenza alle aziende interessate nella redazione e predisposizione della documentazione finalizzata alla registrazione e autorizzazione presso ECHA. Abbiamo reperito i dati presso le aziende utilizzatrici coinvolte nel processo autorizzativo. Svolto attività di lobby e gestito i rapporti con il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dell’Ambiente, oltre che con la Commissione UE per tramite della Delegazione di Confindustria Bruxelles. Abbiamo inoltre predisposto la documentazione tecnica in inglese a supporto dell'istanza, attualmente in corso.

 

Nel maggio 2024 è arrivato un pronunciamento negativo all’utilizzo del bicromato come mordente di tintura nell’industria tessile che a tendere ne proibirà l’utilizzo.

 

A prescindere dall'esito, l'obiettivo primario delle nostre aziende era ottenere tempo per valutare ed implementare alternative alla tintura con bicromato di sodio (ad esempio con coloranti reattivi).

Il tempo serviva non solo per scalare i nuovi processi tintoriali, ma anche per adeguare gli impianti di attingimento e trattamento delle acque.

 

L'obiettivo è stato dunque centrato: il pronunciamento, seppur non soddisfacente, arriva dopo otto anni. In questo lasso di tempo tutte le aziende utilizzatrici si sono adoperate fattivamente per realizzare il phase out del bicromato. Le alternative industriali sono state individuate, scalate nei processi e gli impianti adeguati alle nuove esigenze produttive come del resto confermato dalla riduzione verticale di ordini della sostanza da parte delle stesse aziende utilizzatrici che hanno preso parte al progetto.

Per informazioni

Franco Coppa  - T. 015 8483 244  -  

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